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La Storia

La storia della famiglia

Domenico, classe 1847, dopo la IV elementare volle diventare cappellaio! Imparato il mestiere tentò di aprire un negozio in America ma appena sbarcato gli fu rubata ogni cosa: tornò di corsa in Italia, a Recanati, dove fece cappelli per tutta la vita. Attività proseguita dal figlio Luigi (1880) e poi ancora da Domenico (1907) che da fabbricante trasformò l’attività in rivenditore perché la lavorazione eseguita a mano non fu più remunerativa. Nel 1932 trasferì l’azienda a Macerata, non perché città più prospera ma in quanto, innamorato, sposò la maceratese Bernardina Tomassini. Dei cinque figli (Luigi, Lorenzo, Giancarlo, Maria Stella e Lia Paola) è Giancarlo, insieme con la moglie Sandra, che continua la tradizione di famiglia dal 1958.

La trasformazione del cappello

Ricorda Giancarlo... agli inizi tutti si coprivano la testa e grandi consumatrici di cappelli erano le famiglie di campagna; c’era una “vergara” che arrivava in negozio con le misure delle teste e acquistava 17 cappelli dello stesso colore e modello: per tutta la famiglia! Allora si vendevano tanti cappelli da prete e i seminaristi, in fila, entravano in negozio e ne uscivano ognuno con il proprio copricapo, come nei quadri dei pretini di Cristallini. La vita era più calma, più tranquilla, i cappelli, rigidi, di feltro, servivano quasi unicamente per “proteggere” il capo poi, dopo gli anni ’50, arrivarono le Fiat 600 e 500, il cappello in macchina diventò un impiccio e iniziò il cambiamento. Scomparvero i cappelli rigidi e al loro posto subentrarono quelli in tessuto, morbidi e malleabili, berretti, cuffie di lana... insomma un oggetto utile da poter piegare e riporre. Oggi, tuttavia, si assiste a un ritorno al passato, sono ricomparsi i cappelli a tesa piccola, alla Frank Sinatra: per i giovani sono una novità ma da “Travaglini” li hanno visti e venduti sul finire degli anni ‘50.

Clientela locale, nazionale e internazionale

Per “Travaglini” la clientela locale rappresenta circa il 10%, la gran parte degli estimatori del cappello di classe viene dal resto delle Marche e dell’Italia nonché da varie parti del mondo. Il negozio ha clienti abituali dalla Germania, dalla Francia, dall’Inghilterra e vanta una schiera d’illustri personaggi che vanno da Corelli a Di Stefano, persino Beniamino Gigli che già conosceva il padre di Giancarlo, e ancora Massimo Ranieri e Arnoldo Foà il quale, incontrando Giancarlo al Teatro Romano di Urbisaglia lo avvicinò chiedendo: “Lei è quel signore che ha quel meraviglioso negozio di cappelli a Macerata?”. Tanti cappelli, tantissimi, sono andati sul capo di Loredana Bertè.

L’aneddoto

Il 5 novembre 1992, un personaggio giapponese dalle notevoli doti morali (quando era colonnello dell’esercito aiutò molti prigionieri a fuggire salvando loro la vita a rischio della propria) venne nel maceratese per essere nominato Cavaliere di Malta. Si trattava del m° Makizo Nakagawa, direttore d’orchestra nonché tenore, di notorietà e levatura internazionali. Visitando la nostra città si fermò ad acquistare un cappello presso uno dei negozi maceratesi più ricchi di tradizione, il “cappellaio” Travaglini e rimase molto contento. Passò il tempo e trovandosi il maestro a Milano in occasione del suo 98° compleanno, agli amici che gli chiedevano quale regalo potessero donargli rispose: “Portatemi a Macerata affinché possa acquistare un cappello.” Detto, fatto. Esattamente il 9 dicembre del 2000 il suo desiderio venne esaudito, tornò da Travaglini e questa volta acquistò ben due cappelli, il volto illuminato dalla soddisfazione. Ebbene, quando il tenore maceratese Maurizio Graziani, conosciuto e apprezzato in Giappone, è stato ospite a casa del m° Makizo Nakagawa è stato accolto con queste parole: “Benvenuto! Lei è uno dei tenori che più ammiro. Conosco Macerata, la sua città, ci vengo per comprarmi i cappelli!” Allora, dalla città di Macerata: “Grazie Padre Matteo Ricci! Grazie Sferisterio! E grazie… ‘cappellaio’ Travaglini!